20 maggio – PENTECOSTE 2018 – VIENI SPIRITO SANTO!!!

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SPIRITO SANTO, SPIRITO di GESU’ ora manda noi ad infiammare la terra!

DOMENICA 20 maggio 2018

Si prepara una grande festa, che ha il sapore del miracolo: festa d’amore, d’amore per Dio e per gli uomini; quell’amore grande, impareggiabile che viene dallo Spirito Santo, che è lo Spirito Santo e che sempre si rinnova.

É Pentecoste: compimento della storia salvezza, svelamento della potenza di vita che non fa solo risorgere i morti, come nel giorno di Pasqua, ma che segna la Pasqua della Chiesa, il passaggio della grazia tra gli uomini, di quell’effusione inesauribile di vita nuova per chi non crede e di vita eterna per chi crede! Alleluja!

Papa Wojtyla disse: “Auspico che la «spiritualità della Pentecoste» si diffonda nella Chiesa quale rinnovato slancio di preghiera, di santità, di comunione e di annuncio.

Papa Ratzinger disse: “Non stancatevi di rivolgervi verso il Cielo: il mondo ha bisogno della preghiera. Servono uomini e donne che sentano l’attrazione del Cielo nella loro vita, che facciano della lode al Signore uno stile di vita nuova. E siate cristiani gioiosi!”

E poi Papa Francesco:

“Non cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno: abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente”

“Vorrei fare una domanda a tutti: quanti di voi pregano ogni giorno lo Spirito Santo? Saranno pochi, ma dobbiamo soddisfare questo desiderio di Gesù… Vi faccio questa proposta: invochiamo tutti i giorni lo Spirito Santo, così lo Spirito Santo ci avvicinerà a Gesù Cristo” 

“Chiedere allo Spirito Santo che ci dia questo fervore apostolico a tutti noi; la grazia di andare avanti verso le periferie esistenziali” 

“Dio è amore, e si partecipa alla sua opera quando si ama con Lui e come Lui. A tale scopo l’amore è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.”

Viviamo la Pentecoste nelle nostre Chiese locali, nelle Veglie organizzate a livello diocesano e con i nostri fratelli, affinché sia conosciuta l’azione dello Spirito Santo.

Preghiamo lo Spirito Santo con umiltà e cuore aperto……e lo Spirito non ci deluderà!

Ricordiamo sempre la promessa di Gesù: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre» (Gv 14, 16).

Ad una sola voce gridiamo:

13 Maggio 2018 – AUGURI a tutte le mamme!

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BEATA LA MAMMA !

Beata la mamma che chiama alla vita e sa donare la vita per i figli
Beata la mamma che ama i figli ma non fa dell’amore una prigione
Beata la mamma consapevole che i figli non sono sua proprietà, ma un dono per la vita e per il mondo
Beata la mamma che sa educare con dolcezza e determinazione, a cui basta uno sguardo per intendersi
Beata la mamma che sa pregare con i figli e confrontare la vita con il Vangelo
Beata la mamma che educa alla gratuità, a dire per favore e non “voglio” 
Beata la mamma che vive con i figli esperienze d’amore, di rispetto e di solidarietà
Beata la mamma che intuisce le difficoltà dei figli e li sostiene con le parole ed i gesti che vengono dal cuore
Beata la mamma che veglia sui figli lasciando che seguano la loro strada
Beata la mamma che vive con i figli gioie e dolori, successi e disavventure educandoli alla battaglia della vita 
Beata la mamma che insegna ai figli ad essere migliori e non i migliori
Beata la mamma che è felice di esserlo
Beata la mamma convinta che i figli sono semi di un futuro ricco di promesse!

Ecco perché maggio è il mese di Maria

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Riccardo Maccioni (AVVENIRE – 30 aprile 2018)
Maggio è tradizionalmente il mese dedicato alla Madonna. Dal Medio Evo a oggi, dalle statue incoronate di fiori al magistero dei Papi, l’origine e le forme di una devozione popolare molto sentita.

Il mese di maggio è il periodo dell’anno che più di ogni altro abbiniamo alla Madonna. Un tempo in cui si moltiplicano i Rosari a casa e nei cortili, sono frequenti i pellegrinaggi ai santuari, si sente più forte il bisogno di preghiere speciali alla Vergine. Lo ricorda spesso il Papa che non a caso ha deciso di iniziare il suo maggio al santuario mariano del Divino Amore, pregando per la pace, soprattutto in Siria. Alla base della particolare attenzione alla Madonna di questi giorni, l’intreccio virtuoso tra la natura, che si colora e profuma di fiori, e la devozione popolare.

Il re saggio e la nascita del Rosario

In particolare la storia ci porta al Medio Evo, ai filosofi di Chartres nel 1100 e ancora di più al XIII secolo, quando Alfonso X detto il saggio, re di Castiglia e Leon, in “Las Cantigas de Santa Maria” celebrava Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via (…)». Di lì a poco il beato domenicano Enrico Suso di Costanza mistico tedesco vissuto tra il 1295 e il 1366 nel Libretto dell’eterna sapienza si rivolgeva così alla Madonna: «Sii benedetta tu aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bei viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza!». Ma il Medio Evo vede anche la nascita del Rosario, il cui richiamo ai fiori è evidente sin dal nome. Siccome alla amata si offrono ghirlande di rose, alla Madonna si regalano ghirlande di Ave Maria.
Le prime pratiche devozionali, legate in qualche modo al mese di maggio risalgono però al XVI secolo. In particolare a Roma san Filippo Neri, insegnava ai suoi giovani a circondare di fiori l’immagine della Madre, a cantare le sue lodi, a offrire atti di mortificazione in suo onore. Un altro balzo in avanti e siamo nel 1677, quando il noviziato di Fiesole, fondò una sorta di confraternita denominata “Comunella”. Riferisce la cronaca dell’archivio di San Domenico che «essendo giunte le feste di maggio e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominiciava a cantar meggio e fare festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla Santissima Vergine Maria….». Si cominciò con il Calendimaggio, cioè il primo giorno del mese, cui a breve si aggiunsero le domeniche e infine tutti gli altri giorni. Erano per lo più riti popolari semplici, nutriti di preghiera in cui si cantavano le litanie, e s’incoronavano di fiori le statue mariane. Parallelamente si moltiplicavano le pubblicazioni. Alla natura, regina pagana della primavera, iniziava a contrapporsi, per così dire, la regina del cielo. E come per un contagio virtuoso quella devozione cresceva in ogni angolo della penisola, da Mantova a Napoli.

L’indicazione del gesuita Dionisi

L’indicazione di maggio come mese di Maria lo dobbiamo però a un padre gesuita: Annibale Dionisi. Un religioso di estrazione nobile, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754 dopo una vita, a detta dei confratelli, contrassegnata dalla pazienza, dalla povertà, dalla dolcezza. Nel 1725Dionisi pubblica a Parma con lo pseudonimo di Mariano Partenio “Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei”. Tra le novità del testo l’invito a vivere, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine». In ogni caso lo schema da seguire, possiamo definirlo così, è semplice: preghiera (preferibilmente il Rosario) davanti all’immagine della Vergine, considerazione vale a dire meditazione sui misteri eterni, fioretto o ossequio, giaculatoria. Negli stessi anni, per lo sviluppo della devozione mariana sono importanti anche le testimonianze dell’altro gesuita padre Alfonso Muzzarelli che nel 1785 pubblica “Il mese di Maria o sia di Maggio” e di don Giuseppe Peligni.

Da Grignion de Montfort all’enciclica di Paolo VI

Il resto è storia recente. La devozione mariana passa per la proclamazione del Dogma dell’Immacolata concezione (1854) cresce grazie all’amore smisurato per la Vergine di santi come don Bosco, si alimenta del sapiente magistero dei Papi. Nell’enciclica MENSE MAIO datata 29 aprile 1965, Paolo VI indica maggio come «il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia». Nessun fraintendimento però sul ruolo giocato dalla Vergine nell’economia della salvezza, «giacché Maria – scrive ancora papa Montini – è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso». Un ruolo, una presenza, sottolineato da tutti i santi, specie da quelli maggiormente devoti alla Madonna, senza che questo diminusca l’amore per la Madre, la sua venerazione. Nel “Trattato della vera devozione a Maria” san Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Dio Padre riunì tutte le acque e le chiamò mària (mare); riunì tutte le grazie e le chiamò Maria»