Madonna della Neve

LA MADONNA della NEVE di ANTONIO da VITERBO

Al centro dell’abside, incorniciata da un importante altare ottocentesco, è conservata una splendida tavola del settimo decennio del secolo XV dedicata alla Madonna della Neve. L’immagine, di modeste dimensioni (cm. 122 x 67), rappresenta la Vergine in trono, col Bambino, e Dio Padre benedicente, ed è definita nella forma da una cornice tardo-gotica, rettangolare in basso, arcuata in alto, e terminante con una cuspide ad edicola, lievemente alterata  nell’Ottocento con l’aggiunta di una contro-cornice rettangolare.

Madonna della Neve è uno degli appellativi con cui la Chiesa cattolica venera Maria secondo il cosiddetto culto di iperdulia.

Si tratta del nome tradizionale e popolare per indicare Maria Madre di Dio (Theotókos, in greco Θεοτόκος), come sancito dal Concilio di Efeso. La sua memoria liturgica cade il 5 agosto e in memoria della miracolosa apparizione mariana la chiesa ha eretto in Roma la basilica di Santa Maria Maggiore.

Secondo quanto narrato da vari autori cristiani, Giovanni era un ricco patrizio che viveva a Roma. Durante la notte del 4 agosto 352 d.C. egli avrebbe visto in sogno la Vergine Maria che chiedeva di costruire una basilica nel luogo dove il mattino seguente avesse trovato della neve fresca. Giovanni, la mattina seguente, corse da papa Liberio per raccontargli quanto visto e il pontefice confessò di aver avuto la stessa visione. Il prodigio nel frattempo si era avverato e per ordine di Liberio si fece tracciare la pianta di una grandiosa basilica esattamente dove cadde la neve di agosto. Sempre secondo la storia, la basilica sarebbe stata finanziata dal patrizio stesso e prese il nome di basilica di Santa Maria della Neve (o Basilica Liberiana dal nome del Papa, popolarmente ad Nives).