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SOLENNE SANTA MESSA di DON FELIPE

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Il sacerdote non è fare, ma essere.
E’ vivere una profonda unione con il Signore.
Più il sacerdote ama Dio, più è capace di andare verso gli altri.
Il sacerdote è un Uomo di Dio, è un uomo con Dio.
Il potere del sacerdote è servire.
Il sacerdote ha un sacramento in più: essere e non apparire. Giovanni Paolo II ci ricorda che il sacerdote è testimone e strumento della misericordia divina. È un Uomo della Parola di Dio. Il presbitero deve vivere nella Parola e capace di annunciarla efficacemente. (GPII).

Video: https://fb.watch/lyXvHsAJ0T/

FOTO: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid08Jb1znzvGygaMvSS8eQHWiorJnymLQozrLVihoWsKVyVoP7F112sKZJSQEJDo698l&id=100072002915747

Grazie Padre Bruno

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🙏Caro Padre Bruno,
non avremmo voluto mai che arrivasse questo momento…la Comunità Parrocchiale di Palombara ti saluta e ti ringrazia per aver camminato insieme in questi anni.

Grazie per tutto quello che hai fatto nella tua quotidianità, per le parole e riflessioni donate.

Anche se non sarai più nella nostra Parrocchia, noi ci ricorderemo di te e pregheremo per te….tu portaci sempre nel tuo “ZAINO”.

Con questo calice che ti regaliamo, ti auguriamo un buon inizio nella nuova Parrocchia, affinché tu possa portare l’AMORE di Gesù anche ai nostri fratelli di Moricone.

CIAO PADRE BRUNO e GRAZIE GRAZIE GRAZIE🙏❤

PREGHIERA del SALMO 130

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https://youtu.be/XBMpDx_Yfkk

SALMO 130 

[1] Canto delle salite.
Dal profondo a te grido, o Signore;
[2] Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.
[3] Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
[4] Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.
[5] Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
[6] L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.
Più che le sentinelle l’aurora,
[7] Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.

[8] Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

Preghiera del Salmo 130

Signore da queste profondità, io, misero, cerco di amarti. Cerco di vedere Te Dio, mio liberatore. Ascolta il mio sospiro Signore. Ascoltalo! So che tu lo ascolti. Perché le tue orecchie sono sempre attente. Ascolta anche le cose minime che io ho e che nemmeno so di avere. Prova Signore a prenderle.

Ti prego Signore, non considerare tutto quello che combino, tutto quello che sono. Altrimenti Signore non potrò mai starti davanti. Ma so che solo tu Signore, solo tu mi puoi perdonare.

E così, una volta perdonato, potrò arrivare al tuo fianco, il più possibile vicino a te.

A te che io desidero, che io amo. Spero Signore di arrivare sempre di più dove tu mi vuoi.

Ti attendo, ti desidero, enormemente. Non solo con la mia anima, ma con tutto me stesso.

Fa sì che le tue parole possano essere sempre di più fonte della mia vita, giorno dopo giorno. In modo che io mi possa rivolgere sempre di più a te, con questa ansia, con questo desiderio d’amore che è molto di più di quello delle sentinelle. Molto di più di quello che, normalmente, è qualcosa di umano.

Ma come è per me Signore, fa che tutto questo lo sia anche per tutti i miei fratelli. Tutti quelli che sono attorno a me, nella mia comunità, ma anche quelli che sono in tutta la Chiesa Signore.

Perché tu sei amore, e perché solo tu Signore ci hai redento, solo tu ci hai salvato e ci hai salvato in una maniera grandissima, traboccante. È solo questa la cosa che serve per noi, la salvezza che tu ci hai portato

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA QUARESIMA 2021

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“Ecco, noi saliamo a Gerusalemme…” (Mt 20,18). Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità.

Cari fratelli e sorelle,

annunciando ai suoi discepoli la sua passione, morte e risurrezione, a compimento della volontà del Padre, Gesù svela loro il senso profondo della sua missione e li chiama ad associarsi ad essa, per la salvezza del mondo.

Nel percorrere il cammino quaresimale, che ci conduce verso le celebrazioni pasquali, ricordiamo Colui che «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8). In questo tempo di conversione rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l’“acqua viva” della speranza e riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo. Nella notte di Pasqua rinnoveremo le promesse del nostro Battesimo, per rinascere uomini e donne nuovi, grazie all’opera dello Spirito Santo. Ma già l’itinerario della Quaresima, come l’intero cammino cristiano, sta tutto sotto la luce della Risurrezione, che anima i sentimenti, gli atteggiamenti e le scelte di chi vuole seguire Cristo.

Il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18), sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione. La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa.

1. La fede ci chiama ad accogliere la Verità e a diventarne testimoni, davanti a Dio e davanti a tutti i nostri fratelli e sorelle.

In questo tempo di Quaresima, accogliere e vivere la Verità manifestatasi in Cristo significa prima di tutto lasciarci raggiungere dalla Parola di Dio, che ci viene trasmessa, di generazione in generazione, dalla Chiesa. Questa Verità non è una costruzione dell’intelletto, riservata a poche menti elette, superiori o distinte, ma è un messaggio che riceviamo e possiamo comprendere grazie all’intelligenza del cuore, aperto alla grandezza di Dio che ci ama prima che noi stessi ne prendiamo coscienza. Questa Verità è Cristo stesso, che assumendo fino in fondo la nostra umanità si è fatto Via – esigente ma aperta a tutti – che conduce alla pienezza della Vita.

Il digiuno vissuto come esperienza di privazione porta quanti lo vivono in semplicità di cuore a riscoprire il dono di Dio e a comprendere la nostra realtà di creature a sua immagine e somiglianza, che in Lui trovano compimento. Facendo esperienza di una povertà accettata, chi digiuna si fa povero con i poveri e “accumula” la ricchezza dell’amore ricevuto e condiviso. Così inteso e praticato, il digiuno aiuta ad amare Dio e il prossimo in quanto, come insegna San Tommaso d’Aquino, l’amore è un movimento che pone l’attenzione sull’altro considerandolo come un’unica cosa con sé stessi (cfr Enc. Fratelli tutti, 93).

La Quaresima è un tempo per credere, ovvero per ricevere Dio nella nostra vita e consentirgli di “prendere dimora” presso di noi (cfr Gv 14,23). Digiunare vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni – vere o false – e prodotti di consumo, per aprire le porte del nostro cuore a Colui che viene a noi povero di tutto, ma «pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14): il Figlio del Dio Salvatore.

2. La speranza come “acqua viva” che ci consente di continuare il nostro cammino

La samaritana, alla quale Gesù chiede da bere presso il pozzo, non comprende quando Lui le dice che potrebbe offrirle un’“acqua viva” (Gv 4,10). All’inizio lei pensa naturalmente all’acqua materiale, Gesù invece intende lo Spirito Santo, quello che Lui darà in abbondanza nel Mistero pasquale e che infonde in noi la speranza che non delude. Già nell’annunciare la sua passione e morte Gesù annuncia la speranza, quando dice: «e il terzo giorno risorgerà» (Mt 20,19). Gesù ci parla del futuro spalancato dalla misericordia del Padre. Sperare con Lui e grazie a Lui vuol dire credere che la storia non si chiude sui nostri errori, sulle nostre violenze e ingiustizie e sul peccato che crocifigge l’Amore. Significa attingere dal suo Cuore aperto il perdono del Padre.

Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione. Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata (cfr Enc. Laudato si’, 32-33.43-44). È speranza nella riconciliazione, alla quale ci esorta con passione San Paolo: «Lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20). Ricevendo il perdono, nel Sacramento che è al cuore del nostro processo di conversione, diventiamo a nostra volta diffusori del perdono: avendolo noi stessi ricevuto, possiamo offrirlo attraverso la capacità di vivere un dialogo premuroso e adottando un comportamento che conforta chi è ferito. Il perdono di Dio, anche attraverso le nostre parole e i nostri gesti, permette di vivere una Pasqua di fraternità.

Nella Quaresima, stiamo più attenti a «dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano, invece di parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano» (Enc. Fratelli tutti [FT], 223). A volte, per dare speranza, basta essere «una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza» (ibid., 224).

Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa, la speranza ci viene donata come ispirazione e luce interiore, che illumina sfide e scelte della nostra missione: ecco perché è fondamentale raccogliersi per pregare (cfr Mt 6,6) e incontrare, nel segreto, il Padre della tenerezza.

Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio “fa nuove tutte le cose” (cfr Ap 21,1-6). Significa ricevere la speranza di Cristo che dà la sua vita sulla croce e che Dio risuscita il terzo giorno, «pronti sempre a rispondere a chiunque [ci] domandi ragione della speranza che è in [noi]» (1Pt 3,15).

3. La carità, vissuta sulle orme di Cristo, nell’attenzione e nella compassione verso ciascuno, è la più alta espressione della nostra fede e della nostra speranza.

La carità si rallegra nel veder crescere l’altro. Ecco perché soffre quando l’altro si trova nell’angoscia: solo, malato, senzatetto, disprezzato, nel bisogno… La carità è lo slancio del cuore che ci fa uscire da noi stessi e che genera il vincolo della condivisione e della comunione.

«A partire dall’amore sociale è possibile progredire verso una civiltà dell’amore alla quale tutti possiamo sentirci chiamati. La carità, col suo dinamismo universale, può costruire un mondo nuovo, perché non è un sentimento sterile, bensì il modo migliore di raggiungere strade efficaci di sviluppo per tutti» (FT, 183).

La carità è dono che dà senso alla nostra vita e grazie al quale consideriamo chi versa nella privazione quale membro della nostra stessa famiglia, amico, fratello. Il poco, se condiviso con amore, non finisce mai, ma si trasforma in riserva di vita e di felicità. Così avvenne per la farina e l’olio della vedova di Sarepta, che offre la focaccia al profeta Elia (cfr 1 Re 17,7-16); e per i pani che Gesù benedice, spezza e dà ai discepoli da distribuire alla folla (cfr Mc 6,30-44). Così avviene per la nostra elemosina, piccola o grande che sia, offerta con gioia e semplicità.

Vivere una Quaresima di carità vuol dire prendersi cura di chi si trova in condizioni di sofferenza, abbandono o angoscia a causa della pandemia di Covid-19. Nel contesto di grande incertezza sul domani, ricordandoci della parola rivolta da Dio al suo Servo: «Non temere, perché ti ho riscattato» (Is 43,1), offriamo con la nostra carità una parola di fiducia, e facciamo sentire all’altro che Dio lo ama come un figlio.

«Solo con uno sguardo il cui orizzonte sia trasformato dalla carità, che lo porta a cogliere la dignità dell’altro, i poveri sono riconosciuti e apprezzati nella loro immensa dignità, rispettati nel loro stile proprio e nella loro cultura, e pertanto veramente integrati nella società» (FT, 187).

Cari fratelli e sorelle,ogni tappa della vita è un tempo per credere, sperare e amare. Questo appello a vivere la Quaresima come percorso di conversione, preghiera e condivisione dei nostri beni, ci aiuti a rivisitare, nella nostra memoria comunitaria e personale, la fede che viene da Cristo vivo, la speranza animata dal soffio dello Spirito e l’amore la cui fonte inesauribile è il cuore misericordioso del Padre.

Maria, Madre del Salvatore, fedele ai piedi della croce e nel cuore della Chiesa, ci sostenga con la sua premurosa presenza, e la benedizione del Risorto ci accompagni nel cammino verso la luce pasquale.

Roma, San Giovanni in Laterano, 11 novembre 2020, memoria di San Martino di Tours

Francesco

SALMI delle SALITE

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SALMI delle SALITE – dal 120 al 122
SALMI delle SALITE – dal 123 al 127

I salmi delle salite sono un gruppetto di salmi che nella raccolta del libro dei Salmi vanno dal 120 fino al 134. Prima di passare a commentarli cerchiamo di fare una breve introduzione ad essi.

Certo, i salmi soprattutto, non sono un libro che può essere studiato e meditato senza viverlo con la vita e la preghiera personale e comunitaria, ma per cominciare dobbiamo per forza fare una qualche introduzione didattica. Speriamo molto sintetica e produttiva, sicuramente molto breve.

Quello che è importante è andare al di là di queste brevi introduzioni e presentazioni dei salmi e fare un lavoro personale. Non bisogna disabituarsi alla lettura, allo studio, alla preghiera personale con la Bibbia in mano, a non fermarsi ad ascoltare semplicemente me che cerco di spiegare poche cose.

Se volete accettate qualche consiglio per non limitarvi al semplice ascolto di quello che io vi dico.

Voi oltre a quello che sentite da me, fate così: prendete in mano la vostra bibbia, riprendete in mano il salmo che abbiamo commentato (per quanto riguarda i salmi delle salite poi, sono tutti molto brevi). Rileggetelo e lavorate un po’ per conto vostro sul testo di quel salmo.

Poi tenete presenti questi brevi punti di lettera:

  1. Cercate di capire che i salmi sono prima di tutto, da un punto di vista letterario, poesie.

Prendete il salmo come una poesia. Noi non siamo più abituati a leggere poesie (ahimè!), fate un po’ la prova: quante poesie conoscete a memoria…  Allora: il salmo è prima di tutto una poesia, allora provate a leggerlo come tale. Le poesie hanno una loro struttura poetica. Hanno dei simboli (la poesia si basa molto sui simboli), sulla sonorità, sull’andamento che ci evoca nella testa e soprattutto nel cuore.

Quindi per ogni salmo chiediamoci: cosa mi evoca questo salmo nel cuore, nella mia immaginazione, soprattutto attraverso la sua struttura, attraverso i suoi simboli. Immaginate il simbolo della città di Gerusalemme, il simbolo dei monti, il simbolo degli occhi (alzo gli occhi verso i monti, per fare un esempio di un salmo delle salite). Il simbolo dell’attesa (più che le sentinelle l’aurora Israele attenda il Signore). Il simbolo dei torrenti del Negheb, per giocare un po’ sui simboli ricorrenti in questi salmi.

Che cosa evocano questi simboli: io sono in braccio al Signore come un bambino svezzato in braccio a sua madre. Quindi prima di tutto lasciatevi trasportare dalla poesia dei salmi, giocate un po’ su questo.

  • Poi i Salmi sono da un altro punto di vista: preghiere. Preghiera in forma di poesia.

Se sono preghiere sono dialoghi con Dio. Ora, interessante, sono preghiere contenute nella Bibbia. Se la Bibbia per noi credenti è parola di Dio, sono dunque quelle preghiere che Dio vuole che io gli rivolga. Dunque sono preghiere per eccellenza, più ancora delle preghiere devozionali, più o meno belle, che io ho imparato a memoria, magari quando ero bambino. Sono preghiere legittime. Ma i salmi sono quelle preghiere che Dio vuole sentirsi rivolgere.

E dunque, cerchiamo di riflettere su che cosa mi dice quel salmo in riferimento a Dio. Che tipo di preghiera è quel salmo, un lamento, una lode, un ringraziamento. Evoca sentimenti di gioia, di tristezza, di lamento. Che tipo di volto di Dio quel salmo mi rivela. A quale dialogo con Dio il salmo mi conduce. Quindi poesie e preghiere.

  • E poi ancora: si tratta di far proprio quel salmo, di calarlo nella propria vita, nel contesto della propria situazione e soprattutto nel tempo presente. Attraverso una fede intesa come cammino da percorrere.

Questo tempo, oggi siamo in un periodo di pandemia, è un tempo estremamente difficile. Un tempo che ci interroga in maniera molto forte.

Le grandi domande sul senso della vita, sul senso della morte, sulla figura di Dio. Questi salmi potrebbero darci un aiuto a rispondere a queste domande.

I salmi delle salite (salmi che i pellegrini ebrei cantavano andando verso Gerusalemme), ci presentano inoltre, la fede come un cammino. Come un pellegrinaggio verso un luogo, una metà. Gerusalemme come luogo fisico, ma anche come luogo simbolico.

Dunque una fede non come una certezza, non come un dogma da seguire, non come una rivelazione celeste che viene da qualche divinità o da qualche realtà del cielo. La fede non come un dogma, non come un rito da celebrare, ma come ricerca, come cammino da percorrere.

La fede come un punto verso il quale camminare. La fede come un cammino fatto di difficoltà, esterne e interne. Esterne, vedremo ci sono i nemici, ci sono le difficoltà della vita. Interne, c’è il mio peccato, c’è la mia situazione di angoscia. In questo tempo di pandemia c’è molto di più. C’è un virus che ci attanaglia, ci sono le nostre paure, ci sono tutti i problemi che la situazione di pandemia sta mettendo fuori.

Ma oltre a momenti di difficoltà in questo cammino ci sono anche momenti di gioia, momenti di serenità, momenti di speranza, di attesa. Ma soprattutto è un cammino che il pellegrino fa con molta determinazione, ma con molta fiducia. È la fiducia alla fine che caratterizza questi salmi. La fiducia in una presenza, che è la presenza del Signore.

Chi prende in mano questi salmi scopre che, nonostante tutto, se io mi metto a camminare, nel cammino scopro che qualcuno c’è. Che in questa meta qualcuno mi aspetta e qualcuno cammina insieme a me.

Dunque, recitare, pregare, studiare, avere questi salmi in mano significa, riscoprire una presenza e il senso di una meta.

Provate a leggerli, a pregarli, a viverli in questo modo. Vedrete che anche questa è un’avventura.

Questo è il consiglio che io vi do. Non ascoltare semplicemente in modo passivo il mio commento, che può piacervi o può anche risultarvi antipatico, ma usare questo commento come punto di partenza per un vostro personale lavoro su quel salmo.

Riprendere poi il testo del salmo, viverlo come poesia, che evoca simboli, sensazioni, emozioni, e poi, come preghiera, che evoca dunque, un possibile percorso, un dialogo con Dio. Calarlo poi, nella propria vita in questa situazione così particolare, e chiedersi come attraverso questi 15 salmi, posso anch’io compiere un percorso di quindici gradini, incontro a questo Signore, che per questi salmi è una presenza assolutamente reale.

Buon cammino con i salmi delle salite.

Santo Natale di GESÙ – 2020

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Le luci sono tante intorno a noi, ma dobbiamo riconoscere, scegliere e seguire la vera Luce divina, condivisa con noi attraverso la Sua incarnazione che è presenza: il nostro Signore GESÙ.
DIO SI E FIDATO DELL’UOMO, ECCO PERCHÈ SI È INCARNATO….NOI CI FIDIAMO DI LUI?
Iniziamo a fidarci di Dio e non rimarremo mai soli.
In questo Natale 2020, Vi auguro che possiate incontrare, con umiltà, l’umile per eccellenza, figlio di una donna semplice e di un uomo umile: GESÙ!
Lasciamo che la tenerezza di Dio riscaldi il nostro cuore. Il Signore ci guidi all’amore, alla vita e alla tenerezza.
Il Parroco Don Luigi

BENEDIZIONE DEFUNTI🙏

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1 Novembre 2020

💐Benedizione dei defunti presso il cimitero di Palombara. 💐

Grazie ai sacerdoti, Don Luigi e Don Bruno, che nonostante questo momento di restrizioni, sono sempre vicini alla Comunità, Dio benedica sempre il loro cammino.

Grazie anche al Sindaco Alessandro Palombi che si è unito in questo momento di preghiera.

Comune Di Palombara Sabina

BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA

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❤🙏O Vergine SS. Addolorata, il Signore ti volle ai piedi della Croce perché più completa fosse la tua compassione per i cuori smarriti ed oppressi da infinite miserie.
E noi con l’animo, pieno di fiducia, ricorriamo a Te, affinché la sventura e le afflizioni siano sempre lontane da tutti noi, dalle nostre famiglie. Ma se esse dovessero colpirci, non permettere che l’anima nostra cada nell’avvilimento, nello sconforto, nella delusione senza possibilità di rialzarsi.
Sostieni la nostra umana debolezza di fronte al dolore; donaci il tuo conforto; rimani accanto a noi. E come presso la Croce fosti silenziosa confortatrice dell’agonia di Gesù, così sii sollecita consolatrice delle nostre afflizioni.
Accetta, o Vergine Addolorata, questa nostra umile preghiera. Esaudiscici in nome dell’amore che ci porti, fa che ci elevi al tuo Cuore di Madre, per sempre. Amen.❤🙏


🙏Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen.🙏

Io credo in TE, GESÙ ❤

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Tu, Padre immortale
O Dio creatore, Dio potente
Lo Spirito hai mandato
Per generare il Figlio Cristo Signore

Credo in Te che sei Dio Padre
Credo in Te figlio Gesù
Credo in Te Spirito Santo
È trino il nostro Dio
Credo che noi risorgeremo
Credo nell’eternità
Io credo in Te
Nel Tuo nome, o Cristo

Tu il nostro difensore
Su quella croce Tu sei misericordia
Disceso negli abissi
Risorto nella gloria, Tu regni in eterno

Credo in Te che sei Dio Padre
Credo in Te figlio Gesù
Credo in Te Spirito Santo
È trino il nostro Dio
Credo che noi risorgeremo
Credo nell’eternità
Io credo in Te
Nel Tuo nome, o Cristo

E io credo in Te
Credo che ritornerai
Credo che Gesù è il mio Signor
E io credo in Te
Credo che ritornerai
Credo che Gesù è il mio Signor

Credo in Te che sei Dio Padre
Credo in Te figlio Gesù
Credo in Te Spirito Santo
È trino il nostro Dio
Credo che noi risorgeremo
Credo nell’eternità
Io credo in Te
Nel Tuo nome, o Cristo

Credo in Te che sei Dio Padre
Credo in Te figlio Gesù
Credo in Te Spirito Santo
È trino il nostro Dio
Credo che noi risorgeremo
Credo nell’eternità
Io credo in Te
Nel Tuo nome, o Cristo

Io credo in Te
Nel tuo nome, o Cristo
Io credo in Te
Nel tuo nome, o Cristo

Un GRAZIE speciale!

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Il Parroco Don Luigi e il vice Parroco Don Bruno ringraziano la Comunità Parrocchiale che, in questo momento di lontananza, sentono particolarmente vicina!

CAMMINIAMO INSIEME E TUTTO SARÀ PIÙ BELLO!

❤🕊Gesù è risorto! Alleluia! Alleluia!🙏❤

Veglia di Pasqua

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Diretta streaming della Veglia di Pasqua

Sabato Santo

🙏VEGLIA DI PASQUA – 11 Aprile 2020🙏

Le nostre parole siano fondate sempre sulla Parola di Dio, che è AMORE

Mettiamoci ai piedi del Cristo Risorto, lodandolo🙌, adorandolo🙏 e amandolo❤!
Lui ci darà la pace e la forza per non arrendersi mai!

https://www.facebook.com/2065311883703979/videos/155507395812965/

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

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PRESENTAZIONE del SIGNORE🙏

❤Siamo sempre TESTIMONI OCULARI della grandezza di DIO❤

Tanti auguri a tutti consacrati e consocrate, un  grazie particolare alle nostre suore che questa sera hanno animato la liturgia.

#PRIMOSABATODELMESE #CONMARIANELCENACOLO

DOMENICA DELLA PAROLA DI DIO

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📖DOMENICA della PAROLA📖

Il Signore ti dona la sua Parola, perché tu l’accolga come la lettera d’amore che ha scritto per te, per farti sentire che Egli ti è accanto.

Signore, noi crediamo che la tua PAROLA è Verità.

La tua Parola, Signore, sia per noi una “colonna di luce”, Luce che illumina la nostra vita e il nostro cammino.

Santa Messa dell’EPIFANIA del SIGNORE

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⭐🙏Santa Messa dell’EPIFANIA del SIGNORE🙏⭐

⭐❤Nel seguire il Signore non vale il detto “chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quello che lascia, ma non sa quello che trova”. Nel seguire il Signore bisogna cambiare le nostre abitudini e diventare veri seguaci della grande LUCE! ⭐❤

AVVISO IMPORTANTE

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ASSEMBLEA DIOCESANA

Carissimo/a!

 Dopo l’esperienza del Convegno Ecclesiale dello scorso settembre sulla formazione del laicato e sulla scia della Visita Pastorale Annuale a quanti operano nelle parrocchie, desideriamo continuare il nostro percorso diocesano.

 
Facendo tesoro di quanto emerso dai gruppi di lavoro del Convegno, nel prossimo triennio la Chiesa Sabina proverà a rispondere alle proposte avanzate nei tre ambiti (Evangelizzazione, Liturgia, Carità).
 
Per questo, l’anno pastorale 2019/2020 sarà dedicato alla Parola di Dio nella vita del cristiano e i seguenti due anni alla Preghiera e al Servizio.
 
Ti invitiamo all’Assemblea Diocesana, che aprirà l’Anno della Parola e in cui saranno presentate le linee pastorali, domenica 22 settembre 2019 presso il Centro Pastorale “San Martino” in Monterotondo, con il seguente programma:
 
ore 16:30 Arrivi e accoglienza
 
ore 17:00 Lectio Divina a cura di S.Em. il Cardinale Edoardo Menichelli
 
– Intervento del Vescovo Ernesto
 
ore 19:30 Conclusione
 
Per chi lo desidera, alle ore 20:30 il Servizio di Pastorale Giovanile proporrà il consueto Concorso Musicale “In-Canto” (ognuno provvederà personalmente alla cena).
 

Per facilitare l’organizzazione dell’Assemblea, ti chiediamo di effettuare la semplice iscrizione a questo link:  Modulo iscrizione

 
(o di telefonare in curia – 0765.24755/24019), entro domenica 15 settembre 2019.
 
Grazie per l’attenzione, buona estate
 

Il Vescovo e gli Uffici Pastorali Diocesani

I 7 DONI dello SPIRITO SANTO

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1. Consiglio

E’ il primo dono dello Spirito Santo. Nella Bibbia indica il progetto di Dio su ogni persona. Questo dono aiuta a conoscere ciò che Lui si aspetta da ognuno. Ci facilita la vita mettendoci accanto persone di Sua fiducia (genitori, catechisti, amici, suore, Don…) che indicano la strada giusta da seguire. Lui si aspetta però anche che i ragazzi sappiano dare consigli ai compagni di viaggio con le parole e con i viaggi  

2. Sapienza

Secondo la Bibbia è il secondo dono dello Spirito Santo. Serve a capire come funziona la vita e ad ordinare le cose secondo una classifica giusta riservando il primo posto a Dio. Spiega come le piccole  e grandi gioie aiutano a vivere meglio ma non durano per sempre. Per questo la persona saggia costruisce la casa sulla roccia e non sulla sabbia. La sapienza ti permette di vedere le cose con il Cuore stesso di Dio… Cioè come le comprende Lui.

3. Fortezza

La Fortezza è il terzo dono dello Spirito Santo. Sostiene la resistenza contro ogni tentazione che porta al male e fa realizzare il bene. Aiuta a mantenere gli impegni presi nei confronti nella vita, di noi stessi e con Dio. Dà ai ragazzi energia sufficiente per non comportarsi da “pecoroni” che imitano i modi sbagliati dei prepotenti. Questo dono insegna loro a sostituire l’amore per la forza con la forza per l’amore.

4. Intelletto

L’intelletto è il quarto dono dello Spirito Santo che fa riconoscere la presenza di Dio nei diversi episodi della giornata. Non si ferma al look, ma dà importanza a ciò che è ‘dentro’. La persona intelligente non dà peso all’apparenza, ai pettegolezzi, alla banalità: cerca invece la verità nelle persone e nelle parole che ascolta e che dice.

5. Pietà

E’il quinto dono dello Spirito Santo. Aiuta a riconoscere Dio come un padre buono che pensa a tutti, con cui si può dialogare volentieri e si fa il possibile per accontentarLo. Uno dei modi più belli è di riconoscere tutti i Suoi figli come fratelli e sorelle. Se li amiamo, ha detto Gesù, si ama anche il Padre che è nei cieli.

6. Timor di Dio

Il Timor di Dio è il sesto dono dello Spirito Santo e fa capire che Dio deve essere rispettato. Non è un Tipo suscettibile che spaventa e castiga, ma neppure Uno che può essere facilmente ingannato e raggirato. E’ il Dio Amore di cui bisogna parlare bene nei discorsi e nei fatti. Dio non vuole spaventare nessuno, vuole solo che noi ci assumiamo la nostra responsabilità, usiamo bene della nostra libertà aprendo a Lui il  nostro cuore.

7. Scienza

E’ il settimo dono e nella Bibbia è sinonimo di conoscenza e di amore totale verso Dio. Se conosci Dio vedi le persone e le cose in ralazione con Lui. L’amore per le creature deriva dall’amore per il Creatore. Per questa ragione rispetta la natura, comprende gli altri e con essi cammina verso la felicità, verso l’Amore (con la A maiuscola) che è alla base di ogni amore. Questo è il vero “scienziato” che migliora la sua vita e quella degli altri.         

CORPUS DOMINI – 2019

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In occasione del “Corpus Domini” 2019, la Parrocchia invita tutta la Comunità alla REALIZZAZIONE dell’INFIORATA!

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L’infiorata verrà realizzata in piazza e tutti sono chiamati a dare il proprio contributo!

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ACCOGLIAMO GESÙ per le strade di Palombara, nel miglior modo che possiamo!

ESSERE PADRINO e MADRINA

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Parrocchia San Biagio – Sant’Egidio

Essere Padrino e Madrina

Chi viene scelto come Padrino o Madrina di Battesimo o di Cresima, viene chiamato a sostenere un compito davvero prezioso e importante. Quando i genitori di un bambino appena nato scelgono per lui o per lei il Padrino o la Madrina di Battesimo, dovrebbero tenere ben presente che, al di là del rapporto di amicizia che li lega a questa persona, occorre che si tratti di qualcuno che abbia i requisiti necessari per affiancare il loro figlio per tutta la vita. Un Padrino o una Madrina dovrebbero camminare al fianco del giovane fedele, come Gesù farebbe, offrendogli un’ispirazione e un modello di vita cristiani basati sulla partecipazione costante ai sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia. Il Battesimo segna l’ingresso del giovane fedele in grembo alla Chiesa, mentre la Cresima, detta anche Confermazione, ‘conferma’ la sua partecipazione alla vita della comunità cristiana.

Il Padrino e la Madrina di Battesimo sono le figure che accompagnano all’altare il figlioccio o la figlioccia e assumono la responsabilità di accompagnarli nella loro crescita umana e cristiana. Se il battezzando è un/a bambino/a, il Padrino o Madrina hanno anche il compito di pronunciare in sua vece le promesse battesimali.

Requisiti e impedimenti del Padrino e della Madrina

I requisiti per rivestire il ruolo di Madrina o Padrino sono indicati in modo molto preciso dal can. 874, per quanto riguardo il Battesimo, e dal can.893 del Codice di Diritto Canonico, per la Cresima.

Requisiti:

  • Abbia compiuto i sedici anni, a meno che dal Vescovo diocesano non sia stata stabilita un’altra età, oppure al parroco non sembri opportuno, per giusta causa, ammettere l’eccezione;
  • Sia cattolico, abbia già ricevuto la confermazione, il santissimo sacramento dell’Eucaristia e conduca una vita conforme alla fede e all’incarico che assume;
  • Non sia irretito da alcuna pena canonica legittimamente inflitta o dichiarata;

Impedimenti

  • essere sposati solo civilmente;
  • essere conviventi;
  • aver procurato il divorzio;
  • separati ma conviventi con un altro partner.

Al battesimo ci può essere o un solo Padrino o una sola Madrina o un Padrino e Madrina insieme. Non sono ammessi due Padrini o due Madrine.

Per la cresima non è obbligatorio che il padrino o la madrina siano dello stesso sesso del figlioccio/a.

Per poter fare da Padrino bisogna chiedere personalmente il nulla osta (Documento di idoneità dei padrini) al Parroco della Parrocchia in cui al momento si è domiciliati.

IL PARROCO

Don Luigi De Angelis

PASQUA DI RESURREZIONE 2019

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🙏PERCHÉ CERCATE TRA I MORTI COLUI CHE È VIVO?
NON È QUI, È RISUSCITATO!!🙏

👐ALLELUIA!!👐

💐Questa è la notte della Speranza e la nostra Speranza ha un’identità specifica ed è GESÙ di NAZARETH!

💐Il nostro Dio non è geloso, ma è generoso!

💐Nel nostro cammino di fede facciamo #esperienza del viaggio delle donne che sono andate al sepolcro, facciamo esperienza del profumo di Cristo e facciamo esperienza della luce del Risorto!

❤Signore donaci un cuore nuovo e capace di amare i fratelli che ci metti accanto!

(Omelia Don Luigi De Angelis)

SANTA PASQUA A TUTTI!!!

GESÙ È IL SIGNORE!!!!
ALLELUIA!!!

25 Novembre – GIORNATA contro la violenza sulle donne

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NON SOLO OGGI, ma ogni giorno deve essere contro la violenza sulle donne!
#nonenormalechesianormale

Una donna va amata, non maltrattata!!!

In ogni donna risplende la totalità dell’essere madre in funzione di quel tipo di salvezza a cui, sposate, consacrate o nubili, sono chiamate: a GENERARE VITA IN CRISTO GESÙ per la piena salvezza di tanti contemporanei.
È un diventare madri nella bellezza del dono totale senza nessuna riserva. Allora è l’ AMORE che vince e attorno ad esse certamente qualcuno ne riceve vita!
#noviolenza #sirispetto #donnedaamare

20 maggio – PENTECOSTE 2018 – VIENI SPIRITO SANTO!!!

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SPIRITO SANTO, SPIRITO di GESU’ ora manda noi ad infiammare la terra!

DOMENICA 20 maggio 2018

Si prepara una grande festa, che ha il sapore del miracolo: festa d’amore, d’amore per Dio e per gli uomini; quell’amore grande, impareggiabile che viene dallo Spirito Santo, che è lo Spirito Santo e che sempre si rinnova.

É Pentecoste: compimento della storia salvezza, svelamento della potenza di vita che non fa solo risorgere i morti, come nel giorno di Pasqua, ma che segna la Pasqua della Chiesa, il passaggio della grazia tra gli uomini, di quell’effusione inesauribile di vita nuova per chi non crede e di vita eterna per chi crede! Alleluja!

Papa Wojtyla disse: “Auspico che la «spiritualità della Pentecoste» si diffonda nella Chiesa quale rinnovato slancio di preghiera, di santità, di comunione e di annuncio.

Papa Ratzinger disse: “Non stancatevi di rivolgervi verso il Cielo: il mondo ha bisogno della preghiera. Servono uomini e donne che sentano l’attrazione del Cielo nella loro vita, che facciano della lode al Signore uno stile di vita nuova. E siate cristiani gioiosi!”

E poi Papa Francesco:

“Non cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno: abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente”

“Vorrei fare una domanda a tutti: quanti di voi pregano ogni giorno lo Spirito Santo? Saranno pochi, ma dobbiamo soddisfare questo desiderio di Gesù… Vi faccio questa proposta: invochiamo tutti i giorni lo Spirito Santo, così lo Spirito Santo ci avvicinerà a Gesù Cristo” 

“Chiedere allo Spirito Santo che ci dia questo fervore apostolico a tutti noi; la grazia di andare avanti verso le periferie esistenziali” 

“Dio è amore, e si partecipa alla sua opera quando si ama con Lui e come Lui. A tale scopo l’amore è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.”

Viviamo la Pentecoste nelle nostre Chiese locali, nelle Veglie organizzate a livello diocesano e con i nostri fratelli, affinché sia conosciuta l’azione dello Spirito Santo.

Preghiamo lo Spirito Santo con umiltà e cuore aperto……e lo Spirito non ci deluderà!

Ricordiamo sempre la promessa di Gesù: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre» (Gv 14, 16).

Ad una sola voce gridiamo:

13 Maggio 2018 – AUGURI a tutte le mamme!

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BEATA LA MAMMA !

Beata la mamma che chiama alla vita e sa donare la vita per i figli
Beata la mamma che ama i figli ma non fa dell’amore una prigione
Beata la mamma consapevole che i figli non sono sua proprietà, ma un dono per la vita e per il mondo
Beata la mamma che sa educare con dolcezza e determinazione, a cui basta uno sguardo per intendersi
Beata la mamma che sa pregare con i figli e confrontare la vita con il Vangelo
Beata la mamma che educa alla gratuità, a dire per favore e non “voglio” 
Beata la mamma che vive con i figli esperienze d’amore, di rispetto e di solidarietà
Beata la mamma che intuisce le difficoltà dei figli e li sostiene con le parole ed i gesti che vengono dal cuore
Beata la mamma che veglia sui figli lasciando che seguano la loro strada
Beata la mamma che vive con i figli gioie e dolori, successi e disavventure educandoli alla battaglia della vita 
Beata la mamma che insegna ai figli ad essere migliori e non i migliori
Beata la mamma che è felice di esserlo
Beata la mamma convinta che i figli sono semi di un futuro ricco di promesse!

Ecco perché maggio è il mese di Maria

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Riccardo Maccioni (AVVENIRE – 30 aprile 2018)
Maggio è tradizionalmente il mese dedicato alla Madonna. Dal Medio Evo a oggi, dalle statue incoronate di fiori al magistero dei Papi, l’origine e le forme di una devozione popolare molto sentita.

Il mese di maggio è il periodo dell’anno che più di ogni altro abbiniamo alla Madonna. Un tempo in cui si moltiplicano i Rosari a casa e nei cortili, sono frequenti i pellegrinaggi ai santuari, si sente più forte il bisogno di preghiere speciali alla Vergine. Lo ricorda spesso il Papa che non a caso ha deciso di iniziare il suo maggio al santuario mariano del Divino Amore, pregando per la pace, soprattutto in Siria. Alla base della particolare attenzione alla Madonna di questi giorni, l’intreccio virtuoso tra la natura, che si colora e profuma di fiori, e la devozione popolare.

Il re saggio e la nascita del Rosario

In particolare la storia ci porta al Medio Evo, ai filosofi di Chartres nel 1100 e ancora di più al XIII secolo, quando Alfonso X detto il saggio, re di Castiglia e Leon, in “Las Cantigas de Santa Maria” celebrava Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via (…)». Di lì a poco il beato domenicano Enrico Suso di Costanza mistico tedesco vissuto tra il 1295 e il 1366 nel Libretto dell’eterna sapienza si rivolgeva così alla Madonna: «Sii benedetta tu aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bei viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza!». Ma il Medio Evo vede anche la nascita del Rosario, il cui richiamo ai fiori è evidente sin dal nome. Siccome alla amata si offrono ghirlande di rose, alla Madonna si regalano ghirlande di Ave Maria.
Le prime pratiche devozionali, legate in qualche modo al mese di maggio risalgono però al XVI secolo. In particolare a Roma san Filippo Neri, insegnava ai suoi giovani a circondare di fiori l’immagine della Madre, a cantare le sue lodi, a offrire atti di mortificazione in suo onore. Un altro balzo in avanti e siamo nel 1677, quando il noviziato di Fiesole, fondò una sorta di confraternita denominata “Comunella”. Riferisce la cronaca dell’archivio di San Domenico che «essendo giunte le feste di maggio e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominiciava a cantar meggio e fare festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla Santissima Vergine Maria….». Si cominciò con il Calendimaggio, cioè il primo giorno del mese, cui a breve si aggiunsero le domeniche e infine tutti gli altri giorni. Erano per lo più riti popolari semplici, nutriti di preghiera in cui si cantavano le litanie, e s’incoronavano di fiori le statue mariane. Parallelamente si moltiplicavano le pubblicazioni. Alla natura, regina pagana della primavera, iniziava a contrapporsi, per così dire, la regina del cielo. E come per un contagio virtuoso quella devozione cresceva in ogni angolo della penisola, da Mantova a Napoli.

L’indicazione del gesuita Dionisi

L’indicazione di maggio come mese di Maria lo dobbiamo però a un padre gesuita: Annibale Dionisi. Un religioso di estrazione nobile, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754 dopo una vita, a detta dei confratelli, contrassegnata dalla pazienza, dalla povertà, dalla dolcezza. Nel 1725Dionisi pubblica a Parma con lo pseudonimo di Mariano Partenio “Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei”. Tra le novità del testo l’invito a vivere, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine». In ogni caso lo schema da seguire, possiamo definirlo così, è semplice: preghiera (preferibilmente il Rosario) davanti all’immagine della Vergine, considerazione vale a dire meditazione sui misteri eterni, fioretto o ossequio, giaculatoria. Negli stessi anni, per lo sviluppo della devozione mariana sono importanti anche le testimonianze dell’altro gesuita padre Alfonso Muzzarelli che nel 1785 pubblica “Il mese di Maria o sia di Maggio” e di don Giuseppe Peligni.

Da Grignion de Montfort all’enciclica di Paolo VI

Il resto è storia recente. La devozione mariana passa per la proclamazione del Dogma dell’Immacolata concezione (1854) cresce grazie all’amore smisurato per la Vergine di santi come don Bosco, si alimenta del sapiente magistero dei Papi. Nell’enciclica MENSE MAIO datata 29 aprile 1965, Paolo VI indica maggio come «il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia». Nessun fraintendimento però sul ruolo giocato dalla Vergine nell’economia della salvezza, «giacché Maria – scrive ancora papa Montini – è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso». Un ruolo, una presenza, sottolineato da tutti i santi, specie da quelli maggiormente devoti alla Madonna, senza che questo diminusca l’amore per la Madre, la sua venerazione. Nel “Trattato della vera devozione a Maria” san Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Dio Padre riunì tutte le acque e le chiamò mària (mare); riunì tutte le grazie e le chiamò Maria»

 

USCITA ORATORIO 2018

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Il giorno 28-29-30 aprile, tutti i ragazzi dell’ORATORIO di Palombara, si riuniranno a Subiaco, per condividere momenti di preghiera e divertimento, tenendo GESU’ al centro di ogni loro attività.

Siamo tutti chiamati ad accompagnare i ragazzi con la preghiera, tenendo vivo l’insegnamento di Don Bosco: “Amate ciò che amano i giovani, affinché essi amino ciò che amate voi”

Danze d’Israele – Incontro 21 aprile 2018

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Danze d’Israele – Incontro 21 aprile 2018

Sabato alle ore 21:00, nella Chiesa di San Biagio, ci sarà il secondo incontro delle DANZE d’ISRAELE.

Segno di gioia e di gratitudine

La Danza, nella Bibbia è intesa soprattutto come lode, manifestazione di gioia spirituale ed espressione liturgica. Si danza per festeggiare una vittoria ottenuta con l’intervento divino; per il ritorno di una persona cara, e in occasione di nascite e matrimoni.

E’ possibile vedere il primo incontro, tenutosi a febbraio, cliccando  su Danze d’Israele – Febbraio 2018

GITA con i Ministranti

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“Ecco, com’è bello e com’è dolce
che i fratelli vivano insieme!” (Salmo 132)

Sabato 21 aprile 2018, la Parocchia organizza una gita con tutti i Ministranti e le loro famiglie.
Un’ occasione per stare insieme, con la gioia dell’unità nella fede attorno a GESU’!

 

BUON DIVERTIMENTO RAGAZZI!!!!! 

Visualizzare le foto cliccando su 

Gita Ministranti – Monte Gennaro 21 Aprile 2018

GRAZIE…..INSIEME SI PUO’!!!

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INSIEME SI PUÒ!!!

❤ Un grazie di cuore a tutti i preziosissimi collaboratori che si adoperano per il bene della parrocchia.
Pensiamo a chi fa le pulizie e lava e stira le tovaglie delle chiese, chi tiene in ordine e decora l’interno e l’esterno delle chiese, e poi tutti gli operatori pastorali.
Un grazie ai cori che ci aiutano a pregare durante le celebrazioni!
Grazie a tutta la Comunità parrocchiale, vi porto tutti nelle mie preghiere!
Un grazie infinito e una benedizione grande a tutti! ❤

Don Luigi De Angelis

Processione del CRISTO MORTO – Venerdì Santo 2018

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Processione del Cristo Morto#venerdìsanto #GesùTiAma

Pubblicato da Parrocchia San Biagio e Sant'Egidio – Palombara Sabina su venerdì 30 marzo 2018

I 7 DONI DELLO SPIRITO SANTO

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1. Sapienza

Secondo la Bibbia è il secondo dono dello Spirito Santo. Serve a capire come funziona la vita e ad ordinare le cose secondo una classifica giusta riservando il primo posto a Dio. Spiega come le piccole  e grandi gioie aiutano a vivere meglio ma non durano per sempre. Per questo la persona saggia costruisce la casa sulla roccia e non sulla sabbia. La sapienza ti permette di vedere le cose con il Cuore stesso di Dio… Cioè come le comprende Lui.

                                                            2. Intelletto

L’intelletto è il quarto dono dello Spirito Santo che fa riconoscere la presenza di Dio nei diversi episodi della giornata. Non si ferma al look, ma dà importanza a ciò che è ‘dentro’. La persona intelligente non dà peso all’apparenza, ai pettegolezzi, alla banalità: cerca invece la verità nelle persone e nelle parole che ascolta e che dice.

3. Consiglio

E’ il primo dono dello Spirito Santo. Nella Bibbia indica il progetto di Dio su ogni persona. Questo dono aiuta a conoscere ciò che Lui si aspetta da ognuno. Ci facilita la vita mettendoci accanto persone di Sua fiducia (genitori, catechisti, amici, suore, Don…) che indicano la strada giusta da seguire. Lui si aspetta però anche che i ragazzi sappiano dare consigli ai compagni di viaggio con le parole e con i viaggi  

                                                            4. Fortezza

La Fortezza è il terzo dono dello Spirito Santo. Sostiene la resistenza contro ogni tentazione che porta al male e fa realizzare il bene. Aiuta a mantenere gli impegni presi nei confronti nella vita, di noi stessi e con Dio. Dà ai ragazzi energia sufficiente per non comportarsi da “pecoroni” che imitano i modi sbagliati dei prepotenti. Questo dono insegna loro a sostituire l’amore per la forza con la forza per l’amore.

 

 

 

5. Scienza

E’ il settimo dono e nella Bibbia è sinonimo di conoscenza e di amore totale verso Dio. Se conosci Dio vedi le persone e le cose in ralazione con Lui. L’amore per le creature deriva dall’amore per il Creatore. Per questa ragione rispetta la natura, comprende gli altri e con essi cammina verso la felicità, verso l’Amore (con la A maiuscola) che è alla base di ogni amore. Questo è il vero “scienziato” che migliora la sua vita e quella degli altri.         

                                                               6. Pietà

E’il quinto dono dello Spirito Santo. Aiuta a riconoscere Dio come un padre buono che pensa a tutti, con cui si può dialogare volentieri e si fa il possibile per accontentarLo. Uno dei modi più belli è di riconoscere tutti i Suoi figli come fratelli e sorelle. Se li amiamo, ha detto Gesù, si ama anche il Padre che è nei cieli.

7. Timor di Dio

Il Timor di Dio è il sesto dono dello Spirito Santo e fa capire che Dio deve essere rispettato. Non è un Tipo suscettibile che spaventa e castiga, ma neppure Uno che può essere facilmente ingannato e raggirato. E’ il Dio Amore di cui bisogna parlare bene nei discorsi e nei fatti. Dio non vuole spaventare nessuno, vuole solo che noi ci assumiamo la nostra responsabilità, usiamo bene della nostra libertà aprendo a Lui il  nostro cuore.

 

5 ANNI CON PAPA FRANCESCO

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Beatissimo Padre,

per tutte le Chiese che sono in Italia il quinto anniversario del suo pontificato è motivo di profonda gratitudine. Come Pastori ci sentiamo interpreti di tale riconoscenza, consapevoli che gli stessi auguri con i quali ci stringiamo a lei, Successore di Pietro, impegnano a proseguire con rinnovato slancio il cammino pastorale da lui propostoci con semplicità, umiltà e vigore.

Grazie, Padre Santo, perché – in un mondo investito dal vento dell’indifferenza – non si stanca di accorciare le distanze, di prendersi cura delle persone, di coinvolgersi nella loro storia fino a inginocchiarsi e lavare loro i piedi.

Grazie per la geografia umana che in questo modo ci rappresenta, nell’ attenzione costante ai poveri, ai migranti, ai carcerati, ai disabili, riconosciuti come la carne sofferente di Cristo.

Grazie perché, portandoci ad abitare le periferie esistenziali di questo tempo, ci spinge a mettere in correlazione feconda i temi della vita e quelli sociali, la difesa della dignità umana e la custodia del Creato, le relazioni spezzate e i precari del lavoro, la valorizzazione della famiglia e la denuncia di un’economia iniqua.

Grazie, Santità, perché riconduce queste sfide pastorali a quell’ essenziale che si condensa nel mistero dell’Incarnazione della Parola, che porta a considerare la realtà superiore all’ idea e a realizzare opere di giustizia e di carità nella vita quotidiana.

Grazie per lo spirito missionario che chiede a ogni battezzato e che si esprime in quella gioia del Vangelo che riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù.

Grazie per la corresponsabilità a cui richiama la Chiesa, perché sia corpo vivo, animato dalla comunione fraterna, attento a fare senza paura il primo passo per andare incontro all’ altro e offrire misericordia, tenerezza e pace.

Padre Santo, nell’ assicurarle la preghiera assidua di tutte le nostre Comunità, Le rinnoviamo la piena disponibilità a far nostro con coraggio e grande speranza il suo insegnamento e la Sua testimonianza.

La Presidenza della Conferenza episcopale italiana

Venerdì il Papa dà il via a “24 ore per il Signore”

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Venerdì il Papa dà il via a “24 ore per il Signore”

Il prossimo venerdì, 9 marzo, alle ore 17:00, nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco presiederà la Celebrazione Penitenziale di apertura delle “24 ore per il Signore”, promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione

Debora Donnini-Città del Vaticano

Sarà la Celebrazione penitenziale presieduta da Papa Francesco, venerdì prossimo nella Basilica di San Pietro, a dare il via all’iniziativa “24 ore per il Signore”, nata a Roma 5 anni fa, che si è rapidamente diffusa nei cinque Continenti. Anche quest’anno, dunque, in ogni Diocesi almeno una chiesa rimarrà aperta per 24 ore consecutive in modo da offrire a tutti la possibilità della preghiera di adorazione e di confessarsi. Filo conduttore saranno le parole del  Salmo 103, “Presso di te è il perdono”.

Mons. Fisichella: occasione non usuale per incontrare la misericordia

Promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, l’iniziativa costituisce un’occasione di incontro personale con la misericordia di Dio. “L’obiettivo – ha dichiarato infatti il presidente del Dicastero, l’arcivescovo mons. Rino Fisichella – è quello di offrire a tutti, soprattutto a quanti sentono ancora disagio all’idea di entrare in una chiesa, di cercare l’abbraccio misericordioso di Dio, un’occasione al di fuori degli usuali tempi e modi per fare ritorno al Padre”.

L’iniziativa coinvolge anche le carceri

Mons. Fisichella spiega, poi, di aver ricevuto proprio in questi giorni una lettera dell’Ispettore generale delle Carceri, che conteneva la proposta di vivere “24 ore per il Signore” anche nei penitenziari: “i cappellani sono allertati per vivere questa esperienza e questo momento di perdono: un momento, questo, che è stato pensato, voluto e atteso”.

Invito nel Messaggio per la Quaresima

Lo stesso Pontificio Consiglio ha curato un apposito Sussidio pastorale, in diverse lingue, per accompagnare questo momento di preghiera. Alcune edizioni del Sussidio sono disponibili sul sito www.pcpne.va. Proprio nel Messaggio per la Quaresima 2018, il Papa aveva invitato tutti i fedeli a vivere come “occasione propizia l’iniziativa che invita a celebrare il Sacramento della Riconciliazione in un contesto di Adorazione Eucaristica”.

http://www.vaticannews.va/it/papa/news/2018-03/papa-francesco-24-ore-per-il-signore.html

L’annuncio del Papa. Il 23 febbraio Giornata di preghiera e digiuno per la pace

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Il 23 febbraio un evento dedicato alle popolazioni di Sud Sudan e Congo. Appello per la vita: «avanza la cultura dello scarto»

Papa Francesco all’Angelus, riferendosi al Vangelo di Marco che mette in risalto “il rapporto tra l’attività taumaturgica di Gesù e il risveglio della fede”, ha sottolineato che “la guarigione del corpo mira alla guarigione del cuore”. “Una volta liberati dalle strette del male e riacquistate le proprie forze in seguito all’intervento di Gesù” – ha affermato Francesco – bisogna mettersi “al servizio del Signore”. “Gesù – ha aggiunto – non è venuto a portare la salvezza in un laboratorio; non fa la predica di laboratorio, staccato dalla gente: è in mezzo alla folla! In mezzo al popolo!”. E l’annuncio del Regno di Dio da parte di Gesù – ha spiegato – “ritrova il suo luogo più proprio nella strada”. “La strada come luogo del lieto annuncio del Vangelo – ha osservato il Papa – pone la missione della Chiesa sotto il segno dell’andare”, del movimento e mai della staticità.

Dopo la preghiera mariana, ricordando “il tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo”, il Pontefice ha esortato ad aderire ad una “speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima”. La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. Come in altre occasioni simili, invito anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune. “Il nostro Padre celeste – ha detto il Santo Padre – ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, risana i cuori affranti e fascia le loro ferite”.

Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!

 

Ora della Misericordia

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ORA della MISERICORDIA

La nostra comunità parrocchiale si ritroverà ogni Venerdiì alle ore 15:00 per celebrare l’ “Ora della Misericordia”.

Si tratta di un momento nel quale, attraverso alcuni scritti di Santa Faustina, affideremo la nostra comunità alla Misericordia del Signore.

DIO è AMORE 

“Ogni anima confidi nella misericordia del Signore: egli non la nega mai a nessuno. Il cielo e la terra possono crollare, prima che la misericordia di Dio abbia a esaurirsi. Quanta felicità mi arde in cuore al pensiero della tua incomprensibile bontà, o Gesù mio! Desidero condurre a te tutti i caduti nel peccato, affinché incontrino la tua misericordia e l’esaltino per sempre”
(Santa Faustina)